Chi siamo

Barbara Caputo, dopo la laurea in Scienze Politiche presso l’Università Orientale di Napoli, ha qui conseguito il dottorato in Antropologia con una tesi esplorativa di usi simbolici e significati dello spazio umano. In seguito si è dedicata parallelamente alla ricerca sul campo in Tunisia e alla ricerca sui migranti arabi a Milano, per conto dell’Università Bicocca. In Tunisia si è dedicata preminentemente all’analisi del rapporto tra persone e spazio nei luoghi sacri e turistici e nei percorsi quotidiani, e al rapporto tra spazio e genere, svolgendo un terreno a Sidi bou Said e a Tunisi. Successivamente si è occupata di identità culturale legata alla memoria storica e architettonica, e alle rappresentazioni e politiche del patrimonio culturale in Tunisia, nell’ambito delle azioni per la creazione di uno spazio euro mediterraneo, e di ibridazione culturale e integrazione collegate alle politiche dell’identità, su incarico dell’Irmc (Institut de Recherches Contemporaines sur le Maghreb). Ha svolto ricerca sul campo a Cartagine, Sidi Bou Sa’id, Tunisi, Kairouan e Sousse e si è occupata delle dinamiche di finanziamento internazionali delle politiche del patrimonio e delle iniziative di promozione del patrimonio, su scala locale e internazionale. A Milano ha fatto svolto una ricerca sul rapporto tra immigrati arabi e spazio (finanziamento Cnr), e sull’ibridazione culturale e sul suo rapporto con l’integrazione fra gli immigrati tunisini, mediata dal ricorso al patrimonio culturale come risorsa dialogica e di scambio. Dal 2002 lavora inoltre con la Fondazione Ismu nel settore Salute e Welfare, occupandosi principalmente di donne migranti, rapporto tra migranti e servizi, mutilazioni genitali femminili. Si è occupata inoltre di sensorialità e ricerca in rete in collaborazione con l’Università “Cà Foscari” di Venezia. Si occupa inoltre di riflessioni teorico-epistemologiche sullo statuo e il possibile contributo dell’antropologia. Ha frequentato la scuola specialistica gruppo analitica, e si occupa di etnopsichiatria collaborando da un anno con il servizio di sostegno psicosociale per migranti presso il Cps di Corso Plebisciti. Sta svolgendo ricerca in questo campo alla psicoterapia per madri immigrate in difficoltà e alla funzione del collegamento con lo spazio urbano.
Svolge attività di giornalismo culturale e collabora con la Terza Pagina del Mattino di Napoli. E’ specializzata in letteratura mediorientale e asiatica. Attualmente è presidente dell’Associazione Pluriversi, per la quale ha ideato e organizzato il progetto  “Passeggiate d’autore”, itinerari letterari e antropologici alla scoperta di Milano. 

Cristina Balma-Tivola, videomaker e attivista culturale. Laureata in Storia e critica del cinema con una tesi su W. Herzog, ha conseguito il Perfezionamento in Antropologia culturale e sociale e il dottorato in Antropologia della contemporaneità con una tesi sul teatro interculturale in Italia pubblicata col titolo Identità in scena. Etnografia del caso AlmaTeatro 1993 – 2003 (Aracne, 2008). Ha collaborato a lungo con l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza e con l’Associazione Interculturale AlmaTerra di Torino, così come è stata docente di Antropologia della musica e dello spettacolo e di antropologia cultura in diverse università italiane.
Attualmente è ricercatrice free lance in ambito antropologico e culturale e promotrice di interventi socioculturali di comunità (laboratori su mappe simboliche, memoria e narrazione dei luoghi) con l'associazione culturale Pluriversi di Milano, organizza iniziative e progetti artistici (convegni su tematiche inter- e multiculturali, azioni/eventi performativi, rassegne videocinematografiche) infine collabora a diversi blog di società e politica ed è networker nello sviluppo di iniziative/piattaforme virtuali collaborative.
I suoi interessi di ricerca vertono sui legami tra video, nuove tecnologie e antropologia (Visioni del mondo, Ed. Goliardiche, 2004; “Che te ne fai della mia immagine?”, in R. Altin e P. Parmeggiani (cur.), Le nuove frontiere della rappresentazione digitale, Lampi di stampa, 2007 e “Sguardi da condividere”, in D. Schmidt (cur.), Antropologia del grigio, Unipress, 2003), questioni interculturali, arte ed estetica; memoria, identità culturale e comunità. È anche autrice di video, tra i quali Identità culturale (2003), Almateatro (1999), Righibé in Toscana (1999), Berndt Museum of Anthropology (1999).